Premessa
mi piacciono le storie che hanno un seguito
fatti e leggende posti all’obiettivo
quando venne la sera camminavo
ai margini del mondo a viso scoperto
e nulla mi pareva veramente sicuro
vorrei avere veramente un seguito
nel tempo e nello spazio potere essere
quando non sarò più / già sono un seguito
dunque potrei pensare che il presente
fatti e leggende posti al microscopio
ma c’è dell’altro al dunque
Genetica
viaggiavamo (ricordo) viaggiavamo
negli atomi dell’elio e dell’idrogeno
dopo il big-bang / la genesi dall’unghia
del seme primigenio / come un feto
le galassie gemevano nell’utero
dell’universo e noi già con dolore
viaggiavamo negli atomi dell’elio
e dell’idrogeno (che viene dal nulla)
come un flusso dal seme primigenio
nella placenta carica di vita
noi sognavamo il mondo: questo mondo
Il padre
curvo nella grande cucina a pianoterra
di fronte all’aia viva come un’arca
mio padre con i piedi sul bacile
si tagliava le unghie
spesse come fossili
e si radeva una barba sottile
col rasoio affilato sul laccio di cuoio
prima di entrare nell’arca sull’aia
con tutti gli animali
da portare a salvazione
mentre le acque straripavano dai pozzi
fu una storia di astronauti
che conoscevano il senso delle stelle
ed io la mattina bevevo il latte degli dei
munto da uri domestici
Progetto apollo
giuro / il progetto apollo mi affascina
chiederò se possibile di entrare
in una navicella nucleare
per uscire dall’orbita e seguire la traccia
del dio che ci parla nel sangue
verrà un giorno mercurio con ali di fuoco
(a volte brevemente mi visita)
con un solo biglietto di andata
a nome del dio ed allora
ne vedremo delle belle
cambieremo musica
Mappa futuribile
da quella parte ci sono le quasar
se l’universo segue antiche regole
andando in senso opposto dovremmo raggiungerle i
ma è anche probabile che troveremo
qualche america inattesa
da cui importare prese di tabacco
ed in cui esportare centauri
certamente cercando l’oriente
troveremo l’occidente
ed il mercato più realistico
sarà di ippogrifi o di glifi
per indios con gli occhi del dio
I glifi
alfa-beta alfa-zeta i nostri segni
bruciano sulle labbra come vecchie
scatole di cartone / riproviamo
i numeri e le lettere c’è in loro
un modo di rinascere bet-alfa
– già nel chiasmo c’è un cenno di sorpresa –
e niente enfasi di mega-foni
il fono-mega l’ultimo suono
è semplicemente l’anagramma del primo
con varianti semantiche lasciate
all’intelligenza del lettore:
in principio era il verbo
l’incubo a volte torna a dominare:
e se questo fosse un inceneritore
e noi i miceti i funghi da un’acquata
su materiale di scarico il disordine
di un ordine il rizoma di qualcosa / vuoi vedere che
– mi dico – siamo come in una turbina
di propulsione che sospinge altro
domina a volte l’incubo che torna
ed io nego la vita nella vita
Un sistema di echi
viviamo in un ecosistema
in un sistema di echi
che ritornano
come boomerang
quasi che a un certo punto
qualcosa non abbia funzionato
e tutto questo sia nato
per gemmazione
da impatto
così la parte nostra dimostrerebbe l’intero
già avvenuto ed il resto un’avventura
ancora tutta da vivere e morire
in urti
di ecosistemi
di sistemi di eco
che /non / si sfumano
Privata
angoli rette gole che si smussano
nei dintorni del nulla / siamo qui
fra veglia e sonno con le mani al viso
e lo sguardo che cerca una certezza
nell’ornato del mondo e sbaglia fuoco
qui dove chiedo al tempo cosa sia
lo spazio ed allo spazio una mia immagine
protratta all’infinito / qui dove comincia
una pioggia sottile a dilavare
angoli retti e gole che si smussano
Quasi una preghiera
abbiamo fatto piovere signore
abbiamo fatto piovere con tutto
questo parlare d’altro senza esserlo
cercando umanamente di capire…
La formula c’è
nel codice del DNA
rimane una x:
la formula c’è
(CATTIVITÀ
ATTIVITA
ATTI / DI / VITA
ATTI UNICI
SENZA ATTORI
IN QUELLA X)
e un giorno la decifreremo
per sempre
anche per prima e per dopo
generanti e generati
ad altre incognite
Da A cominciare dalla zeta, a cura di Lamberto Pignotti e Marcello Conti, Campanotto, Udine